Un viaggio nel tramonto

Un viaggio nel tramonto

Eccolo lì il mio tramonto a tinte calde;
il paesaggio d’autunno
somiglia ad un acquerello
a cui soltanto il cielo gli fa cornice;
in esso, pure le ombre posano i pennelli
e rendono all'occhio delle creature
l’approdo nella notte meno amaro;
la lentezza del tempo sembra
stretta da una mano incantata
che trasforma ogni palpito in magia
ora che sulle cose lo sguardo si posa
con il soffio vitale e puro del bambino.

Riprenditi cuore prima che il buio
con la spola imprigioni i fili dell’ordito
che oblunghi dal cielo il sole
tende verso ogni creatura;
non v’è ragione che disperi
per l’imminente arrivo della sera
né motivo per cui l’allodola
non canti prima del tuo sonno.
Rumoreggiando nel suo letto
di ciottoli e lapilli all'occhio
riverbera scintille e, con l’acqua
infranta dalle crepe delle sponde,
spruzza l’arbusto che l’osserva
senza intimorire i fantasmi
che ormai da tempo mi assediano
quando l’oscurità si avvicina.

Conosco i grigiori dell’inverno
e l’ombre che già si allungano
dal meriggio; la piena che straripa
col disgelo delle nevi dalle alture
e il pianto degli orfani nel dolore
hanno il bianco e nero dei colori
come i rami ed i crinali
attaccati ai tronchi ammutoliti
che nel freddo e nel silenzio
piangono le chiome che hanno perso.

Ahi cielo, settembre dei miei anni,
se in cammino sulla tua via è l’età mia,
perché non fermi il sole all’orizzonte?
le foglie e il sole si perderanno presto
ed anche se il ghiro tornerà nella sua tana
e la rondine poi per lui suonerà la sveglia
più debole invece in me si fa certezza
ch’io mi desti nell’alba di primavera
giacché dall’orecchio senile
anche la campana diviene impercettibile
quando all’anima manca la gioia del canto
e smarrita è la speranza d’un ritorno.

Oh larici midacei che tra i tanti
in somiglianza al sole di quest’ora
le vostre chiome più vi ravvicina,
perché per l’inverno alle porte
non legate al ramo le foglie d’oro
perché risplendano sull’amaro calice
che si porta alle bocche dei vinti
e rendano la luce rubata agli astri
a quanti di loro si addormenteranno
nel biancore freddo della neve?
Viaggiatore di carta con ambo i versi,
eccoti il mio tramonto a tinte calde
per il tuo andare ed in regalo
il mio pennello per il ritorno;
neanche la morte potrà cancellare
il colore da te lasciato sull'acquerello
né la gioia dagli occhi di chi lo guarda.



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