Nella pervicace continuità degli annali, s'internava un altro giorno. E che giorno era, se mai lo si può argomentare? Una nuova ripetizione, un altrove nel corso degli istanti decisivi, ove ci si deve armare d'animo. Affrontiamo frangenti che ci riportano a un dialogo nel quale ci perdiamo, ove l'essenza del nostro essere sembra venir meno. Siamo come quella bottiglia di liquido dimenticato, tracimati nell'ignoto, innominabili di fronte a un futuro che rimane celato, celato da un profondo non conoscere. Siamo privati di un passato che non ci è dato di possedere, annullati, imbrigliati in un mondo che vogliono plasmare senza la benché minima comprensione. Ci negano ciò che non abbiamo mai cercato, ci impongono l'obbligo di scrutare il vuoto senza riposo. Questa imposizione conduce verso un futuro in cui siamo ignari, un futuro in cui non ci si può permettere di guardare all'indietro, giacché l'indietro è inibito. Le sorti sono tracciate dall'alto, ci sono costretti da forze ignote, e la coscienza ci è preclusa.
Quello che non è stato domandato, non sarà elargito. Dovremo esplorare da soli, cercare il mistero di ciò che ci è stato negato. Il riposo non sarà concesso se non possibile; non ci si deve tradire per favorire l'inganno dell'altro, persino se l'altro è indefinito e inafferrabile. Chi siamo noi per raggirare un tale enigma, seppure l'enigma non sia mai stato espresso direttamente? Ciò che ci è stato proibito, ora ci tocca scoprire da soli. Dobbiamo resistere all'inerzia e al sonno, resistere all'inganno dell'oblio, e superare il bisogno di manipolare ciò che è indefinibile.
Ecco i nostri edifici, che sembrano svanire dalla vista, poiché oggi siamo meravigliati da ciò che domani ci era inaccessibile, un'inalterata realtà che non poteva essere raggiunta. Nessuno poteva parlare, poiché tutto era inaccettabile. Quello che non abbiamo richiesto, non ci sarà mai concesso, e ciò che non possiamo vedere è la sua ostentazione. L'opacità regna sovrana negli oggetti e nelle loro manifestazioni, una legge inappellabile che dobbiamo onorare. La strada che stiamo percorrendo sembra essere il sentiero della vita, e gli anni continuano a fluire inesorabili. Eppure, chi ha davvero compreso? Chi è riuscito a discernere tra noi? Questa costante comprensione, perché? È evidente che è necessario esprimersi, ma da dove sorge questa necessità? E, soprattutto, quali sono le conseguenze? La realtà si svela come il nostro riflesso in uno specchio incrinato, una società che si costruisce intorno a idee che non esistono, un collettivo privo di un pensiero condiviso che, per coloro che cercano, diventa un errore. Fingiamo di ignorare questo fatto, di essere messi da parte come oggetti fallimentari.
È ovvio che siamo spinti a non saperlo, la verità è seppellita sotto un mucchio di menzogne. In questa giungla del linguaggio e dell'espressione, la paura persiste per impedire che le verità non dette emergano. È il nostro dovere scuoterci da questa burocrazia linguistica, per sciogliere i nodi del silenzio, che alimentano il futuro.
Siamo immersi in una società intercambiabile, accettiamo passivamente ciò che ci viene imposto e raramente ci interroghiamo sulla verità. Non possiamo svelare ciò che ci è stato negato. Accettiamo le condizioni e non ci ribelliamo, anche se questo significa non poter avere il futuro che desideriamo. La prossima mossa è un segno tangibile del passato, un passato che ora è anche il nostro. Stiamo creando un filo che collega giorni e mesi, prendendo coscienza delle persone con cui dialoghiamo, cercando nuovi particolari nelle conversazioni. Abbiamo un dovere di sincerità nei confronti di noi stessi e degli altri. La verità è ciò che ci permette di avanzare e costruire il futuro.
La società attuale sembra confondere ciò che ci è stato dato o fatto e ciò che è genuino e originale. È nostro compito distinguere tra ciò che è autentico e ciò che è falso, tra ciò che possiamo avere e ciò che ci hanno imposto. La realtà virtuale cresce intorno a noi, mentre ci nascondono la cultura, la legge e la burocrazia. Ci dicono che è solo un gioco, mentre in realtà stanno giocando con le nostre vite, spostandoci verso direzioni sconosciute e proibendoci di seguire il nostro percorso naturale. È arrivato il momento di sfidare questa manipolazione e cercare una maggiore chiarezza.
Il tempo, come una pioggia che lava via le macchie, cerca di cancellare i problemi, e dobbiamo imparare a non preoccuparci troppo. Come quando completiamo un lavoro e godiamo del senso di realizzazione, dobbiamo concentrarci sul presente. Il passato è finito, e ciò che importa è ciò che facciamo ora e ciò che ci riserva il futuro. La noia potrebbe essere solo una scusa per non affrontare l'evidenza temporanea, ma non dovremmo mai smettere di cercare la luce.
Ho notato che la normalità può mutarsi in modi imprevedibili, e dobbiamo essere pronti ad accogliere le sfide che il futuro ci riserverà. Quella strada che sembra non avere una fine in realtà non porta da nessuna parte, e spesso è più saggio sceglierne una più familiare, una che conosciamo già. Anche se potrebbero dire che stiamo sbagliando, cosa importa? L'importante è raggiungere la nostra destinazione, e spesso il luogo migliore è quello che conosciamo meglio. La chiarezza è il nostro obiettivo, e non dovremmo essere accecati dalle incertezze.
La verità è che il fascismo, sotto altre spoglie, continua a persistere. La vita ci offre l'opportunità di districarci dalle catene del conformismo e della repressione personale. Dobbiamo imparare a selezionare gli elementi autentici e riscoprire la nostra vera essenza. Anche se sembrano esserci molte strade percorribili, dobbiamo sempre ricordare il nostro obiettivo iniziale e rimanere fedeli a noi stessi. Non permettere mai che il mondo distolga il tuo sguardo dalla verità. La consapevolezza e la determinazione saranno le chiavi per rompere il ciclo del conformismo e dell'oppressione.
In realtà, il fascismo è ancora presente, seppur mascherato. È fondamentale guardare con occhi critici al mondo che ci circonda, poiché la società moderna ci relega spesso a un ruolo passivo. Non ci è permesso di sapere o di comprendere appieno la complessità delle dinamiche che plasmano il nostro destino. Il tempo continua a fluire, ma non dobbiamo permettere che le esperienze del passato vengano cancellate. Non dimentichiamo il nostro impegno di lottare per la verità.
La vita è una danza perpetua tra la luce e l'oscurità, tra la chiarezza e l'incertezza. Dobbiamo abbracciare entrambi gli aspetti per crescere e svilupparci. Anche se sembra che non ci sia fine, possiamo trovare la chiarezza nei momenti di incertezza. Non permettiamo mai che il mondo ci impedisca di perseguire la verità.